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Studio Clinico sulla Distrofia Miotonica di Tipo 1 con Eritromicina: Una Svolta Promettente

Ricercatori giapponesi hanno rilevato che l'eritromicina, antibiotico con funzione batteriostatica, potrebbe essere efficace per curare la DM1. Sussistono le condizioni per l'avvio della fase 3 dello studio.
Studio clinico Eritromicina-Giappone - FMM

Recentemente, è stato pubblicato uno studio sulla rivista eClinicalMedicine condotto da un gruppo di clinici giapponesi sull’utilizzo della eritromicina, un antibiotico, per trattare la distrofia miotonica di tipo 1 (DM1), una malattia genetica caratterizzata dalla progressiva debolezza muscolare. La DM1 è una malattia multisistemica devastante causata da un’espansione ripetuta CTG nel gene DMPK , che successivamente innesca l’espressione tossica dell’RNA e lo splicing disregolato.

L’eritromicina, antibiotico protagonista dello studio sulla DM1

L’Eritromicina, appartenente alla famiglia dei macrolidi caratterizzati da un anello macrociclico, è un antibiotico la cui azione predominante è batteriostatica. Questo significa che la sua principale funzione è bloccare la crescita dei batteri, impedendo la loro proliferazione.

Tuttavia, a concentrazioni elevate, l’Eritromicina mostra anche capacità battericida, cioè è in grado di uccidere i batteri. Nello specifico, l’azione dei macrolidi è focalizzata su l’inibizione della sintesi proteica nei batteri, interferendo con il processo di traduzione dell’RNA messaggero. Questo meccanismo di azione è cruciale per il controllo delle infezioni batteriche, poiché senza la capacità di sintetizzare proteine vitali, i batteri non possono proliferare efficacemente.

Il team di ricerca ha utilizzato il metodo dello screening di riposizionamento dei farmaci, secondo cui farmaci già utilizzati per uno scopo specifico vengono testati in altre malattie.

Infatti, in uno studio preclinico, i ricercatori giapponesi hanno dimostrato che l’eritromicina riduce la tossicità dell’RNA anormale e migliora lo splicing aberrante e il fenotipo motorio nei topi modello DM1.

“Dopo il successo dei nostri studi preclinici su cellule DM1 e modelli murini, avevamo grandi speranze per l’eritromicina”, afferma Masayuki Nakamori, autore principale dello studio.

Metodologia dello studio clinico

Lo studio di fase 2, descritto da Masayuki et al. su The Lancet nel 2023, è stato un trial multicentrico, randomizzato in doppio cieco con placebo, condotto in tre centri in Giappone per tradurre i risultati preclinici in applicazioni pratiche in pazienti con DM1 valutando la sicurezza e l’efficacia dell’eritromicina.
Sono stato coinvolti 30 pazienti adulti affetti da DM1, il trial ha valutato l’efficacia dell’eritromicina, antibiotico comunemente impiegato nella polmonite cronica ostruttiva.

Obiettivi Principali e Secondari

Gli obiettivi principali dello studio includevano la verifica della tollerabilità e sicurezza del farmaco. Gli obiettivi secondari, invece, riguardavano la presenza di modifiche dello splicing di alcune proteine, il test del cammino a 6 metri, la forza muscolare ed i livelli serici di creatina chinasi (CK).

Risultati dello studio clinico con eritromicina

Per quanto riguarda gli obiettivi principali, non sono stati segnalati effetti collaterali importanti, fatta eccezione per lievi disturbi gastrointestinali. Per gli obiettivi secondari, si è osservato un miglioramento dello splicing delle proteine MBNL1 e CaCNA1S, insieme a una significativa riduzione dei livelli serici di CK. Sebbene non siano state evidenziate modifiche significative nei parametri clinici come il cammino e la forza muscolare, si è notato che su diversi pazienti che hanno assunto l’eritromicina si sono registrati importanti miglioramenti nei marcatori di splicing, rilevando una diversa risposta nei pazienti.

Inoltre i ricercatori hanno rilevato che alcuni marcatori di splicing sono migliorati significativamente a una dose di eritromicina ma non all’altra, ciò suggerisce che il dosaggio è un indicatore importante.

Prospettive Future

Tali risultati forniscono il presupposto per un trial di fase 3, che coinvolgerà più centri clinici e un maggior numero di pazienti. Questa fase successiva è fondamentale per consolidare i dati ottenuti e confermare l’efficacia dell’eritromicina nel trattamento della DM1.

Conclusione:
I ricercatori dell’Università di Osaka sono ottimisti sulla sicurezza e la tollerabilità dell’eritromicina come potenziale terapia per la DM1. L’identificazione di un trattamento efficace rappresenterebbe una svolta significativa nella gestione di questa malattia genetica e aprirebbe nuove possibilità terapeutiche per i pazienti affetti.

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